"Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici"
- Gibran Kahlil Gibran -

mercoledì 29 febbraio 2012

Raduno dell'amicizia sul Monte Bernadia

Domenica 19 febbraio, ore 7:50 giro di telefonate per decidere che fare, fuori sono 3-4°C e il tempo è minaccioso.
Ovviamente si decide di provare, armati di abbigliamento pesante e tuta da pioggia, si parte alla volta del Monte Bernadia, che sovrasta Tarcento.
Giunti sul posto, nonostante il cima avverso di gente ce n'è tanta, gli organizzatori dicono più di 2000 moto.

La giornata trascorre tranquilla ad ammirare le moto (c'è davvero la qualunque) e facendo due chiacchiere, verso le 14 si riparte verso casa. Il meteo peggiora e come prevedibile prendo la prima lavata dell'anno... anche se quelle due gocce sono servite più che altro a sporcarmi la moto.

Primi Km 2012

Il 2012 è iniziato ed è arrivato il momento di verificare se mi ricordo ancora come si fa...
Dopo uno stop forzato di circa tre mesi e mezzo ho fatto scendere la moto dai cavalletti sui quali ha riposato.
Rapida pulita, abbigliamento pesante e siamo pronti.
Chiave, starter e... in moto.
Il giro è breve e serve solo a verificare se l'abbigliamento è adeguato a proteggermi dal freddo che mi aspetta l'indomani e a verificare se, per l'appunto, mi ricordo ancora come si fa.
Me lo ricordo :-)




giovedì 8 settembre 2011

Ferie estive 2011 - 8 settembre:

Nove meno venti e si riparte verso casa, salgo vero il passo Staulanza (1789 slm) che mi porta verso Longarone, il traffico è nullo, il freddo si sente ma non è fastidioso. Longarone, incassato com'è fra le montagne non è un gran che come spettacolo. La provincia di Belluno lascia il posto a quella di Pordenone e mi inerpico per i paesini di Erto e Casso (che sono immersi in una nuvola) fino alla diga del Vajont e al lago di Barcis, da li la montagna si trasforma in collina, la temperatura sale e in un attimo mi trovo sulla strada per Udine e casa.
Le ferie son finite... ora non rimane che lavare la moto e prepararla per il prossimo giro.

Ferie estive 2011 - 7 settembre:

E' già ora di ripartire verso casa, prima però rimane da fare l'ultimo giro che comprende i passi: Campolongo (1875 slm), Pordoi (2240 slm), Rolle (1970 slm), Cereda (1369 slm), la forcella Aurine (1299 slm), il Falzarego (2105 slm) e il Valparola (2192 slm), per poi fermarsi vicino ad Alleghe.
L'alba risulta nuvolosa ma si capisce che sarà una bella giornata, caricate le valigie sulla moto si parte verso Arabba facendo il passo Campolongo, bell'asfalto e qualche bel tornante. Passo semplice se confrontato con i "mostri" di ieri. Comunque bene che sia così perché sui muscoli il giorno prima si fa sentire.
Arrivati ad Arabba si svolta a destra e si inizia il passo Pordoi, è pieno di ciclisti, amatori e professionisti. Bel passo, tira su bene ma non eccessivamente, ovviamente niente a che vedere con lo Stelvio ma, visto soprattutto il panorama il giro vale sicuramente la pena. In cima ci sono molti turisti, qualche moto (di tedeschi ovviamente), alcuni camper e una manciata di pullman. Lungo la strada re-incrocio le suprcar dell'SuperCarClub-Tour Alpina. Sceso a Canazei punto verso Moena e Predazzo, attraversando quest'ultimo paese si accede al passo Rolle; la strada che vi conduce è pessima, un insulto ad essere chiamata strada. Sembra un'unica grande buca, è l'unico punto dove ho rischiato di perdere l'anteriore in un tornante. Finalmente comincia il passo e l'asfalto è bello, si può salire forte perché la pendenza è relativa e il traffico è quasi assente (c'era un triestino a fare da tappo...).
Giunto in cima sosta foto e panino.
Mi sono spostato per cercare una panchina ed è arrivato un nutrito gruppo di tedeschi, tutti su Bmw. Guardavano la mia moto come se non ne avessero mai vista una :D sarà mica che si son posti la domanda del perché le loro abbiano quelle cose che sporgono dai lati???
Bon, riparto in direzione Agordo, affronto i passi Cereda e la forcella Aurine, passi tranquilli che si fanno volentieri perché il traffico è nullo, anche perché sono circa le tredici. Arrivo ad Alleghe ed al suo lago, da qui si accede ai passi Falzarego, Staulanza, Giau e Valparola. Scarto il Giau che mi porterebbe a Cortina e mi dicono essere pieno di velox.
Inizia il Falzarego, questo passo ha tre accessi: da Alleghe, Cortina ed Arabba. Bello tortuoso, con un misto di tornanti secchi o avvitati. La strada è perfetta perché è spesso usato da manifestazioni ciclistiche. Arrivato in alto c'è parecchio movimento, molte moto, macchine, camper, pullman di tutto insomma. Sosta rapida e un salto sul Valparola che è li sopra, il Falzarego è 2105m, il Valparola 2192. La distanza sarà si e no 1Km.
Essendo abbastanza stanco opto per scendere e fermarmi ad Alleghe per riposare.

Ferie estive 2011 - 6 settembre:

Info meteo: ha piovuto fino alle 4 del mattino, la temperatura si capisce subito che tende al freddo però è bello.
Il programma è quello di fare un giro per percorrere i più bei passi alpini dell'Alto Adige o delle zone confinanti. Le province coinvolte sono Bolzano, Trento, Sondrio e Brescia.
Parto alle 7:45 da Falzes (Bz), prendo la vecchia statale che porta verso il Brennero. Prima di Vipiteno svolto a sinistra ed imbocco la strada per il Passo del Giovo (2094 slm), fa un freddo porco per cui opto per una piccola sosta per scaldarmi le mani.
Inizio la salita e il passo è bello e scorrevole, non c'è quasi nessuno per via dell'ora. L'asfalto è accettabile, arrivo in alto e faccio qualche foto. Scendo ed attraverso Merano prendendo la strada per la val Venosta - Passo Resia - Passo Stelvio.
Proprio lo Stelvio (2757 slm) è il prossimo passo da affrontare, c'è una marea di gente, sembra di stare sulla strada per Lignano una domenica mattina di mezz'estate. Ci sono per lo più tedeschi, non ho incrociato nessun italiano, c'è qualche olandese. La strada è impegnativa e fa capire subito perché lo Stelvio sia un passo tanto famoso; la pendenza è tanta, i tornanti strettissimi. In pratica un parcogiochi per le moto!
Peccato che la strada sia mal tenuta e sopra ci si trovi di tutto e di più. Gente che sale col camper, con lo scooter, un paio di pullman e ho trovato pure un camion di pietre! Ovviamente sorpassare è difficile, soprattutto nella prima parte perché si trovano grovigli di macchine che tendono ad incastrare le moto. Dopo un bel po' di tornanti, quando inizio ad essere stanco, passo davanti alla tabella che indica il 20° tornante e, alzando gli occhi, vedo la cima parecchie centinaia di metri sopra; mi son ricordato che lo Stelvio conta 48 tornanti, me ne mancano solo 28 quindi, avanti.
Arrivato in vetta parcheggio e faccio un giro per i baracchini che vendono qualsiasi tipo di cianfrusaglie, ovviamente ci sono nugioli di moto parcheggiate ovunque, sembra di stare a Gardaland.
Inizio la discesa e inizio a "litigare" coi soliti olandesi incapaci. Va beh, fra una discesa a 110Km/h ed una staccata si arriva a Bormio (So).
Da li seguo le indicazioni per il passo Gavia (2621 sml). Si inizia prima a salire dolcemente attraversando paesini, finiti i paesini ci si comincia ad inerpicare per raggiungere la vetta. La strada si alterna fra tratti buoni e malandati. Arrivato in vetta sosta pranzo e foto di rito. Scendendo mi immergo per un po' in una nuvola di passaggio. Il Gavia dal lato di Ponte di Legno (Bs) è stretto ed abbastanza pericoloso. Arrivati a fondovalle si prosegue per il passo del Tonale (1883 slm), sinceramente abbastanza deludente, uno stradone che sale dolcemente e sopra non c'è nulla se non un monumento ai caduti e qualche albergo. Scendo in direzione Bolzano; per arrivarci si entra nella provincia di Trento e ci si dirige verso Malè (Tn) e verso Cles (Tn), prima di svoltare verso Bolzano si affronta il passo della Mendola (1363 slm). Molto bello, la strada si snoda sinuosa fra le colline ricoperte di mele che si inframmezzano ai boschi; in discesa del passo lascio strada ad una pattuglia di austriaci scatenati, va beh che hanno moto più grosse della mia ma non riesco a stargli dietro manco volendo (e manco ci penso).
Attraverso Bolzano, che mi fa una pessima impressione, il caldo è opprimente. Finalmente riesco ad uscire dalla città dirigendomi verso la val d'Ega e il lago di Carezza. Affronto il passo Costalunga (1745 slm) che mi porta a Vigo di Fassa e poi a Canazei dove inizio la salita ai passi Sella (2240 slm) e Gardena (2137 slm), il Sella condivide quasi tutto il suo percorso con il Pordoi ma a 3 Km dalla vetta c'é un bivio che conduce al passo Sella. Da qui si scende prendendo per il passo Gardena che permette di chiudere l'anello dei tre passi a La Villa.
Da qui torno a Falzes.
L'anello è di 485Km in 11 ore.

Ferie estive 2011 - 5 settembre

Ore 7:00 c'è qualche piccolo squarcio d'azzurro in un mare di nero.
Ore 9:00 visibilità zero, sta transitando una nuvola, decido di lasciar stare per oggi e di fare due passi. Verso le 10:30 la nuvola è transitata, il cielo è molto nero ma regge fino alle 13. Ovviamente mi prendo una discreta lavata. Alle 17:30 ha smesso di piovere, dai che domani è il gran giorno!

Ferie estive 2011 - 4 settembre

Partenza alle ore 9 da Falzes, direzione Dobbiaco - San Candido; passato il confine austriaco si passa per Sillian seguendo la statale 100 che porta a Lienz. La strada è veloce e scorrevole e la faccio quasi tutta in "scia" a due Harley provenienti dalla Svizzera, probabilmente per il grande raduno che si terrà sul Faaker See dal 6 all'11 settembre. Quando loro si fermano per il rifornimento io proseguo verso Lienz seguendo le indicazioni per il Grossglockner. Ovviamente il tutto è ben segnalato e le strade sono curate come giardini inglesi. Dalla statale 100 si passa alla 107A e si inizia a salire verso Heiligenblut e la cassa per accedere alla parte finale del Grossglockner. 
La strada è magnifica e il tempo pure, fresco quanto basta per richiedere di indossare l'imbottitura interna del giubbotto ma godibilissimo. Inizia una serie di curve che permettono di spingere la moto a sufficienza ma senza esagerare.
Arrivato alla cassa (quota inferiore ai 1900m slm) trovo un folto gruppo di Harley tutte targate Germania che fanno il biglietto per entrare, sono circa una decina. Mi metto in coda e acquisto il biglietto per il giro della montagna, oltre al Grossglockner è compreso anche un passaggio per il Felbertauern (costo 25€ per le moto). Oltre al biglietto mi viene consegnato un adesivo e un paio di depliant informativi.
Il Grossglockner è la più alta montagna dell'Austria (3798m), la strada conduce nel parco naturale degli alti Tauri e al ghiacciaio di Pasterze. La strada è stata creata nel 1935 in soli 5 anni (più o meno come in Italia), misura 48Km, conta 36 tornanti e il dislivello è 2504m.
Passo la cassa e mi fermo dall'altra parte per pulire la visiera e prepararmi alla "scalata".
Approfitto per una sosta tecnica al bagno e trovo due immancabili friulani che si stupiscono quando gi dico che sono salito da solo...
Pronti-Via e inizia la scalata, la strada è a tre corsie (!) due in salita e una in discesa, essendo il parco giochi dei motociclisti hanno capito che avere una serie di pullman, roulotte o semplici incapaci che bloccano la strada può essere scomodo e/o pericoloso.
A forza di pieghe si arriva ad una rotonda (anche qui!!!) dove si sceglie se dirigersi verso la cima "Kaiser Franz Josef" (quota 2369m slm) o verso il picco Edelweiss (quota 2571m slm) che è il punto più alto che si può raggiungere seguendo la strada.
In realtà non è una scelta, si va prima da una parte e poi dall'altra.
Ancora pieghe, il freddo si sente ma non è fastidioso. Mi fermo per un paio di foto al ghiacciaio e alla strada che c'è ancora da fare. Riparto e... ancora pieghe. Arrivo a quota 2369m cima "Kaiser Franz Josef", sopra non c'è il casino di pullman e macchine che c'era le altre volte che sono venuto su questa cima più di 15 anni fa. Al contrario c'è un primo ordinatissimo parcheggio per le macchine, più avanti un multipiano GRATUITO e un'area riservata ai soli motociclisti con parcheggi a spina e armadietti per lasciare l'equipaggiamento (gratuiti - per gli italiani: free e 1€ di cauzione significa che l'euro te lo tornano quando riprendi l'equipaggiamento).
Parcheggio, mollo casco, guanti e amenicoli vari.
Segue passeggiatina sul piazzale, foto a ghiacciaio e alle immancabili marmotte, simbolo del parco. Ovviamente sono talmente abituate alla gente che si fanno avvicinare con tranquillità (sospetto sempre che le paghi l'ente del turismo austriaco, altro che star li a impacchettare cioccolata).
Rapido giretto allo shop e ai musei che si trovano in zona (naturale e auto-moto storiche).
Sosta per il pranzo godendo del sole di 2500m, si sta tranquillamente in maniche corte anche se dopo una quarantina di minuti si copre il sole e si alza un fastidioso vento freddo che mi fa intuire che forse è il caso di togliere le tende.
Tornando al parcheggio vedo una cosa che mi lascia allibito, un giovane saggio, ad a occhio e croce sui settant'anni, scendere da una CBR 600 modello 2011 e poi mi dicono che la moto è una cosa da giovani... (non sono rimasto allibito di vederlo in moto, lo sono rimasto per il modello di moto).
Riparto scendendo a caccia dalla vetta, mi accodo agli immancabili tedeschi che hanno un buon ritmo, non esagerato ne in un senso ne nell'altro, con destinazione il picco Edelweiss. Tutti assieme saliamo nuovamente fino ai 2428m del Fuscher Torl (piazzola panoramica) nella quale mi fermo per fare una foto e i tedeschi mi scappano. Si affronta un tunnel e sbucando dall'altra parte si accede al territorio salisburghese, qui si affronta una discesa molto ripida che permette di andare forte anche se il vento laterale consiglia molta prudenza.
In uno spiazzo avvisto 7 supercar (fanno parte del SuperCarClub - Tour Alpina) e mi viene imposta una sosta per la giusta reverenziale ammirazione. Insomma inchiodo, parcheggio e fotografo (a mia discolpa non sono l'unico malato, c'è anche un ciclista che forse crede di vedere la Madonna).
Comunque ci sono una Maserati MC stadale, una Mercedes SLS, una Ferrari 612 Scaglietti, una Pagani Zonda F, una Bentley Daytona, due Ferrari 430 e il sogno Ferrari 458 Italia.
Riparto e arrivo alla base del picco Edelweiss, capisco perché si chiama picco, c'è una stradina in porfido che porta ai 2571m in forse un Km. Sopra c'è un bikers point, infatti con la moto ci si arriva senza problemi; purtroppo qualcuno ci prova con l'auto e non auto piccole ma comode station wagon di quasi cinque metri. Credo che il guidatore abbia capito che non è stata una grande idea.
I tornanti sono stretti, la strada dissestata dal ghiaccio.
Arrivato sopra si gode di una splendida vista su 30 cime che superano i tremila. C'è un forte odore di frizione...
Inizio la discesa che è tardi e la strada da fare è tanta. Ad ogni tornante c'è un cartello che suggerisce di prestare attenzione ai freni e ad usare il freno motore. Qualcuno davanti a me si dimentica troppo il piede sul freno e, oltre ad andare piano, si comincia a sentire odore di cotto. Finalmente lo riesco a superare e scendo al mio ritmo.
Uscito dal Grossglockner mi dirigo verso Mittersill per risalire verso il Felbertauern tunnel. Altra strada simil autostrada che porta nel traforo. Tunnel lungo che congiunge il salisburghese con il Tirolo.
Per rientrare in Italia scelgo di fare il passo Stalle e quindi ad una ventina di chilometri da Lienz giro a destra, qui si cominciano a vedere preoccupanti nuvole nere che si addensano sulle cime.
Il passo Stalle ha la particolarità di avere il transito temporizzato perché il versante italiano è praticamente una mulattiera asfaltata. Salendo comincia a scendere una pioggia torrenziale che mi costringe ad una breve sosta per indossare la tuta impermeabile, in più la discesa è consentita solo nel primo quarto dell'ora per via della temporizzazione, in pratica mi son trovato a fare una crono-scalata schivando pure qualche mucca in transito.
Riesco a passare per 4 minuti.
La strada fino a Falzes è, come sempre, molto trafficata e la affronto sotto il temporale che perde e riguadagna intensità.
Arrivo in albergo alle 17 circa.